Nuovi spazi per culto, foresteria, servizi generali compreso il restauro della cascina viscontea “La guardia di sopra”
Bene architettonico tutelato | XVI secolo
Committente: Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG)
Anni: 2008 – 2014 (Realizzato)
Servizi svolti: Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo (opere impiantistiche e strutturali), Coordinamento per la Sicurezza in fase di Progettazione delle opere, Interventi di messa in sicurezza del complesso esistente, Direzione Lavori, Coordinamento per la Sicurezza in fase di Esecuzione delle opere
Importo opere: Euro 12,0 mln di opere
Progetto architettonico: Peia Associati
Il progetto per il “Centro Culturale Ikeda per la Pace”, riflette una relazione coerente fra storia e contemporaneità, in un territorio segnato da forti connotazioni insediative e di trasformazione: da un lato, il complesso monumentale della cascina viscontea “La Guardia di Sopra”, e dall’altro, la nuova realizzazione di una grande sala auditorium e luogo di culto, che si colloca longitudinalmente a creare una tensione visiva verso l’ampio spazio della corte e le architetture storiche.
Il risultato è un progetto architettonico che conserva la vocazione rurale delle strutture originarie e la loro contestualizzazione nel complesso cortilizio nel quale sono inserite, ma che allo stesso tempo soddisfa ampiamente la richiesta della Committenza prevedendo le necessarie soluzioni distributive per ciascuna destinazione funzionale e garantendo una perfetta fruibilità dei nuovi spazi attraverso un’innovativa espressività. Il nuovo edificio dell’auditorium, ricoperto da una pelle in rame color oro e circondato da un parco e contornato da un bacino d’acqua, ha una capacità di 1000 posti nella configurazione sia di sala di culto sia sala congressi. La grande sala è ben isolata rispetto all’esterno,
visivamente, acusticamente e termicamente, dedicata alla preghiera e ai meeting con possibilità dell’ausilio di proiezioni e musica. Come per le parti edificate, anche le sistemazioni a terra e le parti verdi seguono criteri di massimo rispetto delle origini del luogo, insieme con una generale attenzione verso l’uso di materiali ecocompatibili e la cui produzione abbia un ridotto tasso di consumi energetici e di emissioni atmosferiche dannose.
La progettazione impiantistica ha riguardato due interventi sostanzialmente differenti tra loro: la realizzazione degli impianti al servizio dell’edificio di nuova costruzione e la realizzazione degli impianti al servizio di edifici esistenti, in parte vincolati dalla Soprintendenza. Il progetto ha avuto come obiettivo principale quello di realizzare impianti che, oltre al raggiungimento del comfort
ottimale degli utenti e dell’economicità e facilità di gestione da un punto di vista energetico e manutentivo, rispettino per quanto possibile l’aspetto architettonico. Da questo punto di vista gli impianti sono stati concepiti per non apparire, ed essere il più possibile integrati nei pregevoli manufatti architettonici. Per quanto concerne la ventilazione, l’impianto di aria primaria è stato impiegato sia per il riscaldamento in inverno sia per veicolare i flussi di aria fresca in estate, collocando l’unità di trattamento aria in un locale retrostante alla sala Shumidan. Sia il caldo che il freddo sono prodotti da un sistema di pompe di calore inverter che utilizzano l’acqua di falda estratta
da due nuovi pozzi. Per quanto concerne il sistema di illuminazione, lo Shumidan è dotato di una torre che spicca oltre la grande copertura a geometria varia della sala per consentire l’introduzione dall’alto e da nord-est di luce naturale attraverso schermi e aperture motorizzate, apertura che nelle mezze
stagioni, grazie all’effetto «Venturi», permette anche un’efficace ventilazione e ricambio d’aria naturale senza consumi energetici.
La progettazione strutturale sulla preesistenza hanno riguardato principalmente: il consolidamento delle capriate e dei soffitti cassettonati in legno; il rifacimento totale di porte e serramenti in legno sostituiti con profili in acciaio (color bronzo, con alta prestazione di isolamento); la realizzazione di
nuove aperture con interventi tipici di architrave metallico; la chiusura di aperture esistenti con un nuovo tamponamento in muratura adeguatamente legato alla muratura esistente; la cucitura delle murature portanti non attualmente legate mediante interventi di inghisaggio di barre di armatura con
malta di cemento fluida a compensazione volumetrica; interventi di “cuci-scuci” per le lesioni significative passanti ed interventi di stilatura profonda dei giunti.